venerdì 22 aprile 2011

Malpelo


Il sondaggio è un vero plebiscito: 12 voti ai capelli rossi, 1 ai capelli biondi sinora!



Rosso Malpelo è un ragazzo che lavora in una cava di rena. Il narratore ci tace il suo vero nome, si limita a dire che "Malpelo si chiamava così perché aveva i capelli rossi; ed aveva i capelli rossi perché era un ragazzo malizioso e cattivo, che prometteva di riescire un fior di birbone". Persino la mamma "aveva quasi dimenticato il suo nome di battesimo".

Il ragazzo, dunque, è vittima di un pregiudizio popolare, quello che associa i capelli rossi alla cattiveria.

Inoltre Malpelo "era davvero un brutto ceffo, torvo, ringhioso, e selvatico". È la vita che conduce ad averlo ridotto così: la mamma lo trascura, la sorella si vergogna di lui. Il padre, l'unico che gli riservava una qualche forma di affetto, è morto nella stessa cava dove lavora Malpelo, sepolto da un pilastro di rena.

In seguito alla morte del padre, un dolore che lo segnerà per sempre, Malpelo coltiva un oscuro spirito di vendetta. Lavora alacremente, ma fa di tutto per meritarsi l'appellativo col quale viene chiamato: picchia il suo povero vecchio asino, è cattivo con tutti.

Sviluppa un rapporto di amore-odio per un ragazzetto arrivato da poco alla cava, Ranocchio, cui una lussazione del femore impedisce di fare il manovale, obbligandolo, invece, a lavorare sottoterra.

Malpelo lo picchia, ma gli insegna nello stesso tempo, con rabbioso affetto, le dure e feroci leggi della vita, le uniche che egli conosca: la continua lotta di tutti contro tutti e la sopravvivenza del più forte.

Un giorno colpisce Ranocchio che si accascia a terra senza più rialzarsi. Il ragazzo è gravemente malato di tisi e ha uno sbocco di sangue. Non è più in grado di lavorare. Malpelo, a modo suo, è disperato, lo va a trovare, gli porta del vino e della minestra, ma il ragazzo muore.

Sempre più solo, - la madre e la sorella sono nel frattempo andate a vivere altrove -, Malpelo continua la sua bestiale vita alla cava. Persino un evaso, capitato a lavorare di nascosto nella cava, preferisce tornare in prigione, reputandola meno disumana di "quella vitaccia da talpa".

A Malpelo toccano i lavori più ingrati e rischiosi, tanto non ha famiglia e di lui non importa niente a nessuno. In un'audace esplorazione del sottosuolo, alla ricerca di un passaggio che colleghi a un pozzo, un giorno Malpelo sparisce, portando con sé gli attrezzi che furono del padre, inghiottito per sempre dalla terra. E ora i ragazzi temono che il suo fantasma si aggiri per la cava, "hanno paura di vederselo comparire dinanzi, coi capelli rossi e gli occhiacci grigi".

1 commento:

Tifoso ha detto...

Gianca bandiera del Tirrenia!